9 maggio 2018: Cape Town - Dakar: diario di bordo La partenza da Cape Town in questo periodo richiede una attenta valutazione, le depressioni che ormai si susseguono ogni 3-4 giorni a Sud del capo, spesso risalgono la costa Ovest dell'Africa per qualche centinaio di miglia prima di piegare verso SE. Generano forti venti da NW contrari alla nostra rotta, quindi vanno accuratamente evitate. Il momento giusto arriva subito dopo il passaggio di una di queste depressioni, le previsioni dicono che dal 9 maggio avremo alta pressione e vento debole ma buono per circa tre giorni, abbastanza per uscire dalla zona che verrà interessata dalla prossima bassa, poi il vento dovrebbe girare deciso a SE e permetterci di risalire veloci fino a incontrare l'Aliseo costante che ci accompagnerà (speriamo) fino all'Equatore.
In
effetti le nostre previsioni trovano una puntuale conferma, navighiamo
di bolina più o meno larga con vento da debole o moderato da E e NE per
circa 3 giorni, non mancano lunghi tratti a motore, ma la corrente del
Benguela e la quasi totale assenza di onda, ci aiutano a procedere con
buona velocità. Nelle prime 300 Miglia incrociamo parecchie navi e le
guardie di tre ore a cui io e Lilly ci alterniamo durante la notte,
devono essere molto attente. Il 12 maggio il vento inizia a
girare a SE, ma è ancora debole e siamo costretti a mantenere acceso il
motore, la cosa un po' mi preoccupa perchè il gasolio ci servirà quando
attraverseremo l'Equatore, vedremo se rabboccarlo a S. Helena. Domenica
il SE rinforza attorno ai 20Kn, armiamo il tangone e ci mettiamo a
farfalla mure a sinistra, il Magic parte a 7-8 Kn e le medie cominciano
ad alzarsi, passiamo dalle 110M del primo giorno alle 170M nelle 24
ore. Siamo in contatto radio con Graham del network meteorologico
sudafricano, lui conferma che il vento rimarrà costante almeno per 4-5
giorni. Grazie al collegamento con la stazione Winmor/Ardop/Vara del
nostro amico radioamatore Colin, scarichiamo agevolmente le mail con la
radio SSB, i GRIB confermano le previsioni: SE abbastanza costante tra
15 e 25Kn per diversi giorni. Un po' alla volta ci stiamo abituando al
costante rollio, inevitabile in questo tipo di navigazione, ci vuole
qualche giorno per far passare la strana stanchezza che si accumula.
Per fortuna non abbiamo molto da fare e il tempo passa tra un pisolino
e l'altro. La temperatura si sta alzando, adesso l'acqua è a 20° contro
i 14 alla partenza da Cape Town, i Tropici si avvicinano!
La
navigazione procede abbastanza tranquilla, l'andatura è in poppa piena
con randa e Genova tangonato a farfalla. Questo nuovo Genova è
notevolmente più grande dello Yankee e, per poterlo tangonare, è
necessario avvolgerlo per almeno un quarto. Si vede che non è fatto per
lavorare avvolto e ad ogni rollio tende a sbattere nell'inferitura. Il
vento varia di direzione anche di 20° da SE a S e spesso dobbiamo
correggere la rotta per mantenerci in fil di ruota. Il 21 maggio
passiamo per la seconda volta in questo viaggio, il meridiano di
Greenwich, la Longitudine è diventata W! Ogni giorno ci sentiamo alla
radio SSB con Giorgio del Waki che si trova 1000 miglia avanti a noi e
sta per raggiungere l'Equatore. A circa 400M da S. Helena cominciano a
passare parecchi squall soprattutto durante la notte, ogni volta il
vento rinforza di una decina di nodi e tende a girare verso Est. Lunedì
21 siamo a meno di 100M, il cielo è completamente coperto e il vento
passa da 15Kn a 25 in pochi minuti, con consistenti cambi di direzione.
Da ieri cerchiamo di adeguare le vele a questa situazione, ma non
è facile, abbiamo abbattuto di randa mettendoci mure a dritta ma il
Genova non collabora, la copertura della randa (con 3 mani...) è
sufficiente a farlo sbattere in maniera molto fastidiosa ogni volta che
il vento cala e la pressione sulla vela viene a mancare.
Verso
mezzanotte doppiamo il capo a SW dell'isola e procediamo a 2-3Kn, il
vento passa da zero a 20Kn in prossimità dei canaloni che solcano le
alture di St. Helena, teniamo acceso il motore al minimo per procedere
il più lentamente possibile, a circa 6M da James Bay (dove troveremo i
gavitelli per l'ormeggio) cerchiamo di metterci in panna con il fiocco
a collo, il Magic scarroccia sottovento a poco più di mezzo nodo. Verso
le 7 del mattino (ora di Cape Town) iniziamo ad avvicinarci lentamente,
è ancora buio, qui il fuso orario coincide con l'UTC e farà luce verso
le 7, le 9 di Cape Town. Albeggia e iniziamo a vedere alcune barche in
rada, il Port Control chiamato via radio, ci indica una boa d'ormeggio
per le barche più grandi, è una boa "rossa" per imbarcazioni oltre le
20 Ton e 50 piedi di lunghezza, l'anello di collegamento della cima di
ormeggio è molto basso, Lilly riesce a prenderlo stendendosi a prua
(con qualche rischio di scivolare in acqua...), alla fine la manovra
riesce e prima delle 9 possiamo finalmente spegnere il motore e
riposare qualche ora. |
All'ormeggio ci sono altre tre barche, un Halberg Rassy norvegese e due catamarani, uno di essi è Jehol di Philippe e Antoniette (Belgi) che abbiamo conosciuto a Cocos e incontrato anche a Richards Bay. A St. Helena le formalità di ingresso sono lunghe, complicate e costose, innanzitutto non è possibile scendere a terra con il proprio dinghy, al piccolo pontile del porto c'è una terribile risacca che, probabilmente, lo ridurrebbe a pezzi.
E' necessario chiamare al VHF una barca locale (Ferry Service) che fa questo servizio ogni ora per 2 Pound a persona, inoltre, tanto per cambiare, siamo arrivati in un giorno di festa, e questo ritarderà tutte le operazioni per il check-in.
Passiamo il pomeriggio di martedì e quasi tutta la giornata di mercoledì scarpinando tra i vari uffici per avere i sospirati timbri nel passaporto, per fortuna riusciamo a farci portare 100L di gasolio e alcune taniche d'acqua per rabboccare i serbatoi. Giovedì prendiamo un'auto a noleggio (per soli 25 Pound) e ci avventuriamo per un breve tour lungo le strettissime strade dell'isola, visitiamo la famosa tomba di Napoleone, un paio di fortezze e la stazione meteorologica.
Con una scheda telefonica locale possiamo collegarci a internet, da bordo il segnale è scarso ma a terra c'è un buon 4G che ci permette di scrivere qualche e-mail, scaricare la situazione meteo per i prossimi giorni e altre faccende che avevamo in sospeso. Domenica 27 maggio molliamo il gavitello rosso e mettiamo la prua per 340°, ci aspettano 2400 miglia di navigazione verso N, passeremo l'equatore e faremo rotta su Capoverde.
Abbiamo ragionato a lungo sulla rotta da seguire, la longitudine a cui attraverseremo l'equatore è importante per non dover percorrere troppe miglia nelle calme e uscire con il migliore angolo al vento per la rotta su Capoverde. Oltre a questo dobbiamo evitare di avvicinarci troppo alle coste africane, sembra che anche qui ci sia il rischio di pirateria. Alla fine prevale la scelta di passare a E, attorno a 14° di longitudine W, poi ci manterremo paralleli alla costa ad una distanza di 150-200M risalendo il più possibile verso N con un probabile vento da WNW. Quando il vento girerà deciso da N (attorno ai 6-7° di latitudine N) vireremo mure a dritta per dirigere su Mindelo. Questa è la strategia, vedremo se sarà realizzabile! Verso le 2 del pomeriggio vediamo una vela a poppa, è Philippe con il suo velocissimo catamarano, è partito alcune ore dopo di noi, fila 10Kn e ci sta raggiungendo velocemente. Ci sorpassa a dritta, facciamo qualche foto e lo salutiamo! Anche lui è diretto a Capoverde ma farà una sosta ad Ascension. La navigazione procede tranquilla, abbiamo il solo genova a riva e facciamo 6-7Kn con vento al giardinetto, l'onda a tratti ci fa rollare molto, sentiamo la mancanza della randa che tende a stabilizzare il rollio, ma il vento non è ancora stabile e preferisco aspettare prima di decidere se e da che lato armare il tangone. Nelle andature di poppa questo genova non vuol saperne di essere coperto anche minimamente dalla randa, quindi l'unico modo è di andare a farfalla oppure rinunciare alla randa... Vedremo nei prossimi giorni, per ora ci accontentiamo della velocità e procediamo così. |
E' venerdì, siamo in navigazione da 6 giorni e
mancano circa 350M all'Equatore, vento e mare sono sempre gli stessi,
salvo qualche rinforzo temporaneo e la media si mantiene attorno alle
160M sulle 24 ore. Il mare è deserto, ma questa mattina il ricevitore
AIS ha dato un allarme... sul display è comparso un target classe B, 3
miglia al traverso (i target classe B sono, in genere, unità non
commerciali), ci siamo subito dati da fare con il binocolo ma non si
vedeva nulla, il target era praticamente fermo e si è allontanato a
poppa. Poco dopo, mentre sto parlando con Graham alla radio (ci da ogni
giorno la situazione meteo), Lilly mi chiama: c'è un nuovo allarme, un
secondo target, sempre classe B, questa volta esattamente in prua, a 3
miglia circa. Come prima, nulla in vista, accendo il radar, nessun
bersaglio rilevato. Il target si avvicina velocemente, praticamente gli
stiamo andando addosso, non posso accostare alla poggia perchè siamo
già al giardinetto, il vento è sostenuto e non posso neanche orzare
troppo. Procediamo così mentre Lilly continua a scrutare l'orizzonte,
nulla! Spengo il nostro AIS (non si sa mai) mentre il target continua
ad avvicinasi esattamente in prua. A 1 M non si vede ancora nulla, che
sia un sottomarino? mezzo miglio.. nulla, un quarto di miglio sempre in
prua... nulla, siamo ormai a poche decine di metri quando Lilly la
vede: una boa! Probabilmente utilizzata per rilievi oceanografici,
siamo abbastanza vicini all'isola di Ascension dove ci sono diverse
basi scientifiche, (anche una della NASA), certo che passare a pochi
metri da una boa in mezzo all'Oceano Atlantico è una curiosa
coincidenza... E' stato anche un piccolo diversivo per interrompere la
noia di questa lunga navigazione. A dire il vero, l'altro giorno,
ancora vicini a S. Helena, abbiamo visto una balena, era a un centinaio
di metri alla nostra sinistra con rotta opposta, si vedeva bene il
dorso grigio e i caratteristici spruzzi. Mi sono venuti in mente i due
velisti dispersi mentre navigavano dalle Azzorre a Gibilterra, una
collisione con una balena potrebbe essere la causa dell'affondamento
della loro barca... Cerco di mettere da parte i tristi pensieri,
riprendiamo le nostre letture e i soliti turni di guardia. Oggi il
cielo è sereno, si vedono solo le piccole nuvole tipiche dell'Aliseo,
abbiamo una quindicina di nodi da SE, come da previsioni dei GRIB e
dalle info che ci comunica Graham. Purtroppo il vento è previsto in
calo mano a mano che ci avvicineremo all'Equatore, sono le famose
"calme equatoriali" dette anche "Doldrums", zone di bonaccia e groppi
temporaleschi, prima dell'incontro con gli alisei dell'Emisfero Nord,
che soffiano da NE, dovremmo incontrarli attorno ai 7° di latitudine N.
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